Pubblicato nel n. 1\2022
Lo scritto è stato sottoposto, in forma anonima a blind peer review
Abstract. Il presente contributo, nell’analisi della nuova disciplina di cui agli art. 318-bis ss. T.U.A., ha l’obiettivo di evidenziare che il requisito dell’assenza del danno o del pericolo concreto e attuale che permette l’accesso alla procedura estintiva ambientale deve essere valutato “in concreto” sul piano dell’offensività/non punibilità. Tale disciplina premiale ambientale può così costituire un importante strumento di non punibilità, insieme con la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis cod. pen.), utile a ridurre il carico dei procedimenti penali e, al contempo, a ripristinare l’ambiente leso. Tuttavia, si ritiene necessario che la procedura estintiva ambientale sia estesa anche agli enti collettivi, spesso unici soggetti capaci di reintegrare l’ambiente e di corrispondere la sanzione impartita.
Abstract. In analyzing the new rules set out in art. 318-bis et seq. of the T.U.A., this paper aims to highlight that the requirement of the absence of concrete and current damage or danger which allows access to the environmental extinction procedure must be assessed "in concrete terms": in terms of harmlessness/non-punishability. This environmental reward discipline can thus constitute an important non-punishability tool, together with the particular tenuousness of the fact (art. 131-bis cod. pen.), useful to reduce the load of criminal proceedings and, at the same time, to restore the damaged environment. However, it is considered necessary that the environmental extinction procedure should also be extended to corporate bodies, which are often the only parties capable of restoring the environment and paying the penalty imposed.
Parole chiave: Contravvenzioni ambientali, inoffensività, procedura estintiva, non punibilità
Key words: Environmental crimes, harmlessness, extinction procedure, non-punishability
visualizza nel fascicolo n. 1/2022