LEXAMBIENTE 
Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'ambiente 
Rivista classificata scientifica per il settore IUS17 da ANVUR - ISSN 2612-2113

 

                                                                                                       

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di Andrea DI LANDRO

Pubblicato nel n. 2\2019
Lo scritto è stato sottoposto, in forma anonima a blind peer review

Abstract. Il contributo si propone di affrontare l’annosa questione della responsabilità penale per attività svolte conformemente ad un provvedimento autorizzativo, oggetto di interpretazioni giurisprudenziali da tempo discusse. Applicare al titolare di autorizzazione le fattispecie criminose in tema di «assenza» di autorizzazione pare possibile solo laddove il provvedimento amministrativo sia contrassegnato dal più radicale vizio amministrativo dell’inesistenza giuridica; pena una violazione del principio costituzionale ed europeo di tassatività (par. 1). De iure condendo, il problema potrebbe essere affrontato attraverso l’introduzione di una norma che preveda espressamente le ipotesi in cui l’autorizzazione illegittima può essere equiparata a quella assente, come avviene nel codice penale tedesco, § 330 d, n. 5 (par. 2). Si analizza poi il profilo della colpevolezza del soggetto agente (par. 3): anche in questa sede la giurisprudenza penale pare privilegiare le istanze di tutela dei beni giuridici in gioco rispetto alle garanzie dei destinatari delle norme penali. Raramente – a quanto sembra – il soggetto agente è stato ritenuto scusabile in ragione dell’affidamento nell’operato della P.A.

Abstract. The paper aims to address the age-old problem of criminal responsibility for activities carried out in accordance with an authorization, that is subject of case law long discussed. Applying to the authorization holder the criminal offenses related to the «absence» of authorization seems possible only if the administration deed is marked by the most radical administrative flaw of the legal “non-existence”; otherwise, the Constitutional and European principle of “no analogy contra reum” would be violated (paragraph 1). De iure condendo, the problem could be faced through the introduction of a provision that explicitly provides for the cases in which the illegitimate authorization can be equated to the absent one, as in the German penal code, § 330 d, n. 5 (par. 2). The aspect of mens rea is then analyzed (par. 3): also in this case the criminal jurisprudence seems to privilege the requests of protection of the legal assets at stake, compared to to the guarantees of the subjects of the criminal laws. Rarely – it seems – the defendant is held to be excusable as he relied on the action of the public administration

SOMMARIO: 1. Quando al destinatario di atto amministrativo autorizzativo possono essere applicati i reati costruiti intorno all’«assenza» dell’autorizzazione? I limiti sul piano della tassatività; inesistenza, nullità ed annullabilità del provvedimento. - 2. (segue)...una suggestione comparatistica: l’utile norma del § 330 d, n. 5, del codice penale tedesco (StGB), in tema di “abuso del diritto” - 3. Affrontare la questione sul piano della colpevolezza. Quando il soggetto che ha agito conformemente ad un’autorizzazione illegittima è stato ritenuto scusabile, per via dell’affidamento nell’operato della P.A.?

Parole chiave: attività autorizzata, responsabilità penale, divieto di analogia in malam partem, principio di colpevolezza
Key words: authorized activity, criminal responsibility, no analogy contra reum, mens rea

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visualizza nel fascicolo n.2\2019

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