di Luca RAMACCI
Pubblicato nel n. 3\2022
Lo scritto è stato sottoposto, in forma anonima a blind peer review
Abstract. Il presente lavoro prende in esame la procedura di sanatoria degli abusi edilizi “formali” considerandone le caratteristiche e l’ambito di operatività così come delineato dalla giurisprudenza amministrativa e di legittimità, i cui interventi si sono spesso resi necessari a causa di distorte prassi finalizzate la recupero di interventi abusivi che secondo una corretta lettura dell’art. 36 d.P.R. 380\2001 sarebbero, invece non sanabili. Viene posto in evidenza come, in realtà, la disposizione in esame abbia un’applicazione molto limitata e come siano conseguentemente limitati gli effetti estintivi delle contravvenzioni urbanistiche previsti dall’art. 45 del d.P.R. 380\01
Abstract. This paper examines the procedure for pardoning "formal" building abuses, considering its characteristics and scope as outlined by administrative and legitimacy jurisprudence, whose interventions have often been necessary due to distorted practices aimed at the recovery of unauthorized buildings that, according to a correct reading of art. 36 of d.P.R. 380\2001, would not be recoverable. It is highlighted how, in reality, art. 36 has a very limited application and how the extinction effects of urban planning crimes provided for by art. 45 d.P.R. 380\01 are consequently limited.
Parole chiave: abuso edilizio, sanatoria, doppia conformità
Key words: illegal building, pardon, double compliance
visualizza nel fascicolo n. 3/2022